La Spagna delle tre culture Ebrei, cristiani e musulmani tra storia e mito by Alessandro Vanoli

La Spagna delle tre culture Ebrei, cristiani e musulmani tra storia e mito by Alessandro Vanoli

autore:Alessandro Vanoli
La lingua: ita
Format: azw3
pubblicato: 2011-11-25T03:30:00+00:00


Verso l’unione delle due Corone

Alcune note di storia politica prima di continuare il nostro discorso.

Alla fine del secolo XIII lo spazio peninsulare si era trovato diviso tra quattro territori cristiani: Castilla-León, Corona di Aragona, Portogallo e Navarra, oltre naturalmente al regno musulmano di Granada. Le conquiste di Fernando III di Castiglia e Jaime I di Aragona avevano chiuso la grande epoca di espansione territoriale, aprendo una nuova fase di riorganizzazione politica ed economica.

In Castiglia, dopo un periodo di violenti conflitti tra differenti gruppi nobiliari (in particolare i Haro e i Lara) durato sino a metà del secolo XIV, la monarchia si era rafforzata ulteriormente, affinando i propri strumenti giuridici, amministrativi, fiscali e ideologici: uno dei frutti era stato l’Ordenamiento de Alcalà (1348), che riaffermava e perfezionava gran parte dei princìpi raccolti precedentemente da Alfonso X. Di fatto, però, in Castiglia la situazione aveva continuato a mantenersi precaria. Gli effetti sociali della peste nera e le rivendicazioni dei nobili avevano portato a nuove guerre. Prima la cosiddetta Guerra de los dos Pedros, iniziata nel 1356 tra Aragona e Castiglia, poi la guerra civile che aveva portato al potere la nuova dinastia dei Trastàmara, iniziata con la salita al trono di Enrique II (1369), e che condusse a un lungo periodo di nuovo indebolimento del potere monarchico, continuato sino all’unificazione delle due corone, nella seconda metà del secolo XV.

In Aragona le cose erano andate diversamente.’ La corona unificava sotto di sé spazi politici dotati di caratteristiche proprie: Valencia, Catalogna, Mallorca e, naturalmente, Aragona. Nel transito dal secolo XIII al XIV questo regno composito aveva attraversato una fase di instabilità interna a cui era corrisposta, però, una grande espansione verso l’esterno. Erano stati gli anni dell’occupazione della Sicilia (1282) a danno degli Anjou francesi; della conquista del ducato di Atene (1311) e di Cerdefia (1324).1 Barcellona aveva continuato a tenere suoi consoli nei principali porti del Mediterraneo e mercanti catalani erano presenti nel Levante, nell’Africa Settentrionale, ad Alessandria e a Bruges. Essi rivaleggiavano con i mercanti veneziani e genovesi per il monopolio del commercio delle spezie e imponevano su nuovi mercati i tessuti catalani. Una serie di successi politici ed economici che avevano contribuito non poco a rafforzare il centralismo monarchico, anche se il declino era alle porte.

Nel XV secolo si apriva un periodo di profonda crisi. Nel 1412 era salita al trono una dinastia straniera, cioè castigliana, ed era cominciato un progressivo distacco tra monarchia e popolo. Gli interessi del re e quelli dei grandi ceti mercantili non coincidevano più: sintomatico il fatto che Alfonso il Magnanimo deliberasse di vivere nel regno di Napoli, che aveva acquisito-nel. 1443.

La debolezza dei due grandi regni di Castiglia e Aragona condusse a un periodo di guerre che logorarono entrambi i territori, già provati da carestie e crisi economiche. Negli anni Sessanta del XV secolo, però, la situazione internazionale rese auspicabile un matrimonio tra Castiglia e Aragona: la guerra dei Cent’anni era finita e la Francia stava ricominciando ad esercitare una forte pressione a sud dei Pirenei.



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